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Chiesa di San Secondo
CHIESA
DI SAN SECONDO

L’abbazia di S. Secondo venne eretta nel XII secolo sui resti di un tempio appartenuto ai monaci Silvestrini. L’edificio si compone di tre parti: la prima abbazia benedettina sorse sull’area di un cimitero cristiano, la seconda è di epoca romanica, la terza è del Cinquecento. L’abbazia ha avuto nel Medioevo una grande rilevanza politica: fu infatti testimone di importanti episodi storici tra cui, nel 1208, il trattato di pace stipulato da Amelia con Todi. L’interno della chiesa è in stile barocco ed è diviso in due ambienti: la vera e propria aula liturgica e l’annesso Oratorio della Confraternita della Buona Morte.

Vi si possono ammirare un bel coro ligneo, paramenti sacri appartenenti alla Confraternita della Morte, ente ancora esistente, ed interessanti tele. Accanto all’edificio conventuale sorge inoltre una notevole torre campanaria di stile romanico. La presenza di due importanti reperti di epoca romana è documentata anticamente nell’abbazia dai taccuini (1564) dello scultore e antiquario Giovanni Antonio Dosio (San Gimignano, 1533 – Caserta, 1611), oggi conservati nella Staatsbibliothek di Berlino: un altare di marco cilindrico (I sec. a.C.) con incise a bassorilievo Menadi danzanti, oggi custodito nel Museo Civico Archeologico (riferimento pannello nr. 3) e un’importante iscrizione in latino arcaico (II sec. a.C.), sfortunatamente dispersa, la quale ricordava che Tito Pezio aveva donato quest’altare a “Iove Optumo Maxsumo” (Giove Ottimo Massimo, la divinità suprema del Pantheon Romano).