Turismo Amelia

Cisterne Romane
CISTERNE ROMANE

Una grandiosa cisterna si apre nei sotterranei di piazza Matteotti: completamente ristrutturata e resa agibile, i suoi ambienti perfettamente conservati dimostrano l’incremento urbanistico di Ameria all’epoca della romanizzazione: divenuta municipio nel 90 a.C., alla fine del I secolo fu stimata da Strabone come una tra le città romanizzate più degne di menzione dell’Umbria augustea. A questa prima fase di ‘romanizzazione’ dovette risalire l’inizio di un processo di programmazione urbana, di cui è comunque possibile ricostruire a grandi linee i caratteri, pur se sepolti e occultati dalla massiva sovrapposizione edilizia medievale e moderna.

Nel versante settentrionale della città, su una zona pianeggiante estesa tra le due alture occupate attualmente dall’ospedale e dal Duomo, costruito proprio sul luogo dell’antica arx , si trovava la piazza del foro, il fulcro urbanistico della città romana (attuale Piazza Matteotti): dell’antica pavimentazione del foro sopravvivono due lastre, reimpiegate sui gradini di una scalinata all’angolo tra via degli Archi e via Geraldini. Su uno di questi gradini si può ancora notare un solco a forma di lettera V: l’incavo era anticamente riempito di bronzo, una tecnica che permetteva alle iscrizioni più prestigiose di essere notate, lette e ricordate dalle decine di persone che quotidianamente frequentavano il foro.

Nello stesso ambito cronologico la città dovette essere rifornita delle strutture necessarie per l’approvvigionamento idrico: una grande cisterna sotterranea venne scavata nel calcare massiccio e fungeva da sostruzione per la platea forense. Questa imponente struttura è ancora oggi perfettamente conservata e si estende nei sotterranei sottostanti la piazza, fino all’imbocco di via Garibaldi. Presenta una pianta rettangolare (dimensioni interne: 57, 50 x 19, 60 m; h media 5, 70 m), suddivisa in dieci ambienti paralleli con volte a botte e comunicanti tra loro tramite passaggi pure voltati. I muri perimetrali e divisori furono rivestiti con murature in opera incerta e cementizia, le volte in conglomerato. Gli ambienti 1 e 10 presentano i muri perimetrali rivestiti da un intonaco di cocciopisto spesso 6 cm. Pozzetti cilindrici sul colmo delle volte erano utilizzati per attingere acqua e per assicurare la circolazione dell’aria. Nell’ambiente 10 sono state individuate fistule aquariae pertinenti alla conduttura di alimentazione e un avancorpo rettangolare con un’apertura per lo svuotamento dell’acqua. Da un pozzo aperto tra l’ultimo ambiente e l’imbocco del cunicolo succedente era manovrata la paratia che ne regolava lo scarico. L’acqua veniva infine condottata lungo il cunicolo di scarico che, coperto a cappuccina, correva verso E, percorrendo in via sotterranea l’asse via Garibaldi – via Posterola, oltrepassava le mura e sboccava fuori Porta Posterola. La costruzione della cisterna viene collocata tra l’inizio e la prima metà del I sec. a.C. Tra la fine del I e l’inizio del II sec. d.C. un intervento edilizio dotò il pavimento all’angolo SE dell’ambiente 1 di una piattaforma di rivestimento con mattoni bipedali.

Grazie al nome inciso nei bolli rinvenuti su questi laterizi è stato possibile risalire all’officina di produzione, diretta da Caius Atilius Fortunatus, nonché di datarne il restauro.