Uno dei punti cardine della Nouvelle Vague francese (e prima regista donna a ricevere un Oscar alla carriera), una voce unica che per oltre settant’anni ha prodotto film con lo stesso contagioso piacere, senza distinzioni tra generi, formati, durate, fiction o verité.
Un cinema singolare, in prima persona, fatto di luoghi, di strade e di attese con uno sguardo femminista e sociale e soprattutto senza perdere mai in libertà poetica.
CLÉO DALLE 5 ALLE 7
Regia di Agnès Varda
Francia, 1962, 85’ – v.o.sott.it.
Una cantante aspetta un referto, sicura di essere molto malata. D’un tratto, nella sua vita di ragazza egoista e viziata, s’insinua una nuova emozione che le apre gli occhi: la paura della morte. Quel giorno nota anche lei parecchie cose, alle quali non aveva badato prima.
Varda filma il tempo e la vita in un gioco a tre con i personaggi e lo spettatore mettendo in scena quella poetica dell’esistenza che sarà un manifesto per il cinema a venire.