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FORNOLE

Conosciuta sin dall’antichità come “Castrum Fornoli”, il suo nome deriva certamente dalle numerose fornaci qui presenti sin dall’epoca romana, fabbricate per consentire la cottura di vasellame in cotto e laterizi. Agli inizi del XV secolo si hanno notizie di nuove fortificazioni delle mura e torri di Fornole da parte di Amelia che considerava questo castello una rocca strategica sui propri domini e di controllo all’espansione di Narni.
Le varie incursioni nel 1412 da parte del grande condottiero e mercenario Braccio da Montone (Perugia 1368 – L’Aquila 1424) e l’anno successivo da parte di Paolo Orsini (capitano delle Milizie della Chiesa), semidistrussero Fornole che, assieme ad Amelia, aveva fatto atto di dedizione a Ladislao, Re di Napoli e nemico del Papa. Nel 1434 Nicolò Piccinino occupò il castello incendiandolo. Nel 1596 venne stipulato l’accordo tra Narni e Amelia per definire il confine tra le due città, ubicandolo esattamente sul ponte di Fornole. Attualmente, della fortezza medievale rimangono alcuni tratti di mura con torri e due porte di accesso al borgo.
All’interno delle mura, è ben visibile la divisione geometrica dell’impianto urbanistico dell’antico castello, caratterizzato da vicoli paralleli e allineati tra di loro. La chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli, tuttavia sulla volta della navata è ancora visibile un pregevole affresco della fine del Seicento che reca l’immagine della Trinità. Nelle cappelle ai lati del transetto sono inoltre conservate due tele di un certo pregio raffiguranti l’Ultima cena (lato destro) e San Silvestro papa (lato sinistra). Interessanti anche le sculture intagliate in legno d’ulivo dall’artista locale Anzio Barbaccia nel 1985 rappresentanti San Francesco, Sant’Antonio Abate e la Pietà.
Una suggestiva e piacevole escursione da Fornole conduce al Parco San Silvestro, dove si può ammirare oltre alla rigogliosa vegetazione, la chiesa dedicata all’omonimo santo, protettore del paese che secondo la leggenda liberò Fornole dai malefici di un drago, come è rappresentato anche in un dipinto all’interno dell’edificio. Procedendo lungo la strada statale 205, in direzione di Amelia, merita inoltre una visita il santuario mariano di Santa Maria in Monticelli. Nell’interno rimodellato in stile barocco si ammirano due importanti dipinti: la pala dell’altare maggiore raffigurante Cristo in gloria tra santi e sante dell’Ordine Agostiniano riferibile all’ambito di Giacinto Gimignani (Pistoia 1606 – Roma 1681) e un frammento di affresco staccato e riportato su tela con la Vergine orante, probabilmente ridipinto nel XIX secolo ma il cui disegno è stato giustamente attribuito dallo storico locale Emilio Lucci alla mano di Piermatteo d’Amelia (1445/48 – 1506 ca.), di cui peraltro è noto attraverso le fonti archivistiche “il possesso della cappellania del SS.mo Salvatore, istituita dalla famiglia Zuccanti nella chiesa rurale di S. Maria in Monticelli”.

FORNOLE: SAN SILVESTRO

All’interno del territorio comunale di Amelia ed in prossimità del suo limite orientale si erge il monte San Silvestro, un modesto rilievo che domina da nord-est l’abitato di Fornole e la statale Amerina. L’altura è caratterizzata dalla presenza di un pianoro sommitale, ai margini del quale si trova la chiesa di San Silvestro, da cui il monte trae il proprio nome. L’edificio di culto appartiene ad una tipologia edilizia molto semplice, trattandosi di un’aula mono-nave coperta da un tetto a doppio spiovente e dotata di un’abside rivolta ad est. Il pianoro sommitale del monte, facile da difendere ed ottimo per il controllo della viabilità locale e del territorio circostante, deve aver esercitato da sempre una forte attrattiva sugli uomini, che potrebbero aver occupato questo sito sin dalle epoche più remote.
Durante l’età altomedievale l’altura sembra aver rivestito un importante ruolo nella difesa del cosiddetto corridoio Bizantino, ospitando una struttura militare e sorvegliando contro i Longobardi la strada che collegava la via Amerina con la via Flaminia e che corrisponde grosso modo all’attuale strada Amerina. Alcuni reperti scultorei, datati alla prima metà del IX secolo d.C. e rinvenuti grazie ad un sondaggio archeologico effettuato di fronte alla chiesa, dimostrano come la sommità del monte, perlomeno a partire dall’età carolingia, abbia ospitato un edificio religioso, sorto verosimilmente ad opera di una comunità monastica. All’età carolingia rimanda anche l’intitolazione della chiesa, considerando che tra la seconda metà dell’VIII secolo ed i primi decenni di quello successivo si assiste ad una notevole diffusione del culto di papa Silvestro I.
Legata alla vita del santo è la leggenda del drago domato da questo pontefice; l’episodio, che simboleggia la vittoria del cristianesimo sulle resistenze pagane, è profondamente radicato nella tradizione locale, che ancora oggi riconosce in una piccola grotta posta in prossimità della chiesa il nascondiglio della bestia. Nel XII secolo l’edificio di culto fu interessato da un consistente intervento edilizio, durante il quale la chiesa fu dotata dell’abside attuale e di un sagrato quadrangolare, riportato alla luce dalle indagini archeologiche ed attualmente non più visibile. Appartenenti a questo periodo sono alcune sepolture rinvenute con gli scavi vicino all’aula di culto; la loro presenza sembra testimoniare l’esistenza sul monte di un abitato, che tra il XIII ed il XIV secolo potrebbe essersi spostato nel sito attualmente occupato dal centro storico di Fornole, dando così origine a questo paese. Nello Statuto del Comune di Amelia, datato al 1330, è citato infatti il «castrum novum Fornolis», riferibile chiaramente ad un insediamento di recente costruzione, da identificare sicuramente nel castello che oggi costituisce la parte più antica del paese.
Nel 1443, quando per la prima volta compare nella documentazione scritta la chiesa di San Silvestro, quest’ultima risultava ormai inglobata nella giurisdizione della parrocchia del castello di Fornole, di cui la sede principale e giuridica in quel periodo era la chiesa di San Bartolomeo, situata all’esterno del castrum, lungo la strada che porta al paese di Montecampano. A seguito della Visita Apostolica condotta nella diocesi amerina nel 1574 dal vescovo Pietro Camaiani, la chiesa di San Silvestro venne restaurata, assumendo così l’aspetto attuale. La facciata e la parete meridionale furono completamente ricostruite reimpiegando dei materiali più antichi, mentre all’interno l’aula fu dotata dell’altare attuale e di una nuova parete di fondo, che privò la chiesa dello spazio semicircolare dell’abside, la cui struttura oggi resta visibile soltanto dall’esterno. La nuova parete di fondo dell’edificio fu decorata con tre affreschi rettangolari: il riquadro centrale rappresenta san Silvestro che con una mano tiene incatenato il drago, mentre a sinistra si trova un santo martire evangelista e a destra un santo cavaliere, nel quale si potrebbe riconoscere san Giorgio.
L’intervento del 1574 comportò anche una sistemazione generale dell’area antistante la chiesa, dove l’antico sagrato venne coperto per essere sostituito da una struttura di più piccole dimensioni, nella quale è stata reimpiegata come gradino una vecchia soglia appartenente all’edificio di culto. Una puntuale descrizione della chiesa di San Silvestro è contenuta nel resoconto della Visita Pastorale condotta dal vescovo Macioti nel 1832, mentre nella documentazione della Visita indetta nel 1941 dal vescovo di Amelia Vincenzo Lojali viene ricordato un restauro della chiesa eseguito intorno al 1920. Agli anni Settanta risale infine il completo rifacimento del tetto dell’aula di culto. Nel corso degli ultimi decenni la chiesa di San Silvestro è stata oggetto di diversi interventi di restauro, che hanno garantito la conservazione di questo interessante edificio religioso. Bibliografia: G. FAUSTINI, La chiesa di San Silvestro presso Fornole. Storia di un sito dall’antichità ad oggi, Terni 2014.